1990: ACHILLE LAURO CI PORTA INDIETRO NEL TEMPO
Scritto da il 25 Luglio 2020
Ballare è tipico dell’estate, e forse è per questo che tutti siamo alla ricerca della hit perfetta nei mesi più caldi dell’anno. Ma sembra che qualcuno voglia creare dei tormentoni facendo accenno alla musica che ci ha fatto ballare nel passato. Nello specifico parliamo di Achille Lauro: uno dei volti più noti della musica italiana degli ultimi due anni- nota infatti la sua partecipazione agli ultimi due festival di Sanremo. Con un passato nella musica rap, Lauro si è svincolato col tempo dall’appartenenza ad un singolo genere, rientrando maggiormente in quello rock e poi pop (e dimostrando di essere un artista a trecentosessanta gradi). Le sue performance hanno sorpreso i telespettatori del festival della canzone italiana, perché il cantante ha presentato un’idea di artista completamente rivoluzionaria e moderna: un uomo vicino alla libertà di essere ciò che si vuole nella vita; sprezzante di ogni tipo di critica ed eccentrico e provocatorio nell’aspetto grazie al trucco sul viso o i celebri abbigliamenti, come l’indimenticabile tutina da donna bianca, sfoderata nell’ultimo Sanremo.
I fan dell’eccentrico Achille hanno completamente amato le sue nuove hit- come detto poc’anzi l’una diversa dall’altra- e, durante la scorsa estate, un singolo dal nome 1990 ha fatto approcciare per la prima volta questi al genere pop più intenso: il brano cavalcava la wave anni ’90 con suoni tipici e catchy! Un tormentone! Su queste fondamenta si sviluppa l’album uscito ieri 25 Luglio 2020, dal titolo per l’appunto di 1990.
Il concetto del disco è quello di rievocare le hit di trenta anni fa, miste alla voce e ai racconti dell’artista. In tutto nell’album compaiono 7 tracce, delle quali ognuna è preceduta da un breve intermezzo che (sotto le note del brano che segue) ha Lauro che narra delle sue esperienze nella vita: il cantante va a raccontare tratti di vissuto privato- come la reclusione in una notte in carcere- e di scelte artistiche che l’hanno portato ad essere quello che è oggi. Sorprendente ma non troppo è l’assenza di Boss Doms (dato che lo storico produttore ha intrapreso una propria carriera musicale), rimpiazzato per la ricostruzione dei classici anni ’90 da DIVA, oltre che Dardust, Glow Tribe e Marnik.
Il mix che viene da queste produzioni, la voce e il narrato di Achille, le tonalità dei successi dance di cui abbiamo parlato, è stratosferico. Ci si ritrova catapultati, a trent’anni di distanza, in un mondo che i più nostalgici rimpiangono. A tal proposito sono iconiche e le scelte grafiche per questo progetto (che rievocano Barbie, Supermario e tutto ciò che di vaporwave possa esserci). Ma veniamo alla parte più interessante: i brani! Riproponendo Scat Men, Sweet Dreams, You And Me, Summer’s Imagine, Blu (coinvolgendo dunque gli Eiffel 65) e I Wanna Be An Illusion, Achille Lauro ha scelto con DIVA di farci ballare e scordare quale genere sia in voga in questo momento: innovativo e rivoluzionario allo stesso tempo.
Tralasciando una scrittura che magari per certi versi può risultare non di spiccato richiamo, la componente vocale mista ai sintetizzatori e le atmosfere da discoteca entrano nella mente dell’ascoltatore e restano lì, per far sì che la danza non termini e che (per i più vecchiotti) la nostalgia faccia la sua parte. Di sicuro la componente giovanile apprezzerà più di tutti questa sperimentazione ben riuscita, complici anche i featuring tutti giusti: Ghali, Gemitaiz, Annalisa, Alexia, Massimo Pericolo, Capo Plaza.
Ce n’è per tutti i gusti, perché dopotutto Achille ha fatto capire che etichettare nella vita e nella scena musicale è sbagliato. Con questa ventata di aria fresca, l’eccentrico Ken (come appare nella copertina rosa e sfavillante) ha saputo conquistare tutti sotto le note del 1990.